Terre alte by Carlo Grande

Terre alte by Carlo Grande

autore:Carlo Grande [Grande, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2013-06-06T22:00:00+00:00


9. Animali

Dio in realtà non è che un altro artista

Egli ha inventato la giraffa, l’elefante e il gatto.

Non ha un vero stile:

non fa altro che provare cose diverse.

Henry Wadsworth Longfellow

Dicono che gli animali ebbero un brivido, quando Dio creò l’uomo. Erano gli orsi, i lupi, le aquile, le linci e gli stambecchi che abitano foreste e montagne, che le riempiono di magia. Senza di loro l’incanto dei boschi svanirebbe. La speranza di vederli comparire su una cresta, nel folto degli alberi, in fondo a un vallone o a un sentiero dona alla montagna un valore immenso, fiabesco.

Chiedetelo ai turisti che una sera hanno visto un’orsa con quattro piccoli nuotare nel trasparente lago di Tovel, in Trentino, attraversarlo a nuoto. Un’emozione grandissima, che racconteranno a figli e nipoti. La domenica successiva centinaia di persone l’hanno aspettata sulle rive del lago, ma lei non s’è fatta vedere.

Si chiama Jurka, una femmina che vive nelle fortunate foreste del Parco Adamello Brenta con una ventina di compagni e compagne. Boschi, laghi e praterie d’alta quota, le uniche dalle quali l’orso bruno (più grande di quello marsicano, appenninico) non s’è mai estinto. La montagna, splendida e intatta, ha grandi foreste, poche strade e rocce dolomitiche, piene di cavità naturali scavate dall’acqua, dove gli orsi trovano tana. Jurka, da qualche tempo, è confinata in un recinto perché non riuscivano più a tenerla a bada. Ma non c’è guardaparco che non conosca e non racconti con affetto le sue imprese: Jurka aveva imparato a nascondersi e ricomparire all’improvviso, per far visita a pollai e alveari. Riusciva a farne scattare l’allarme e mentre arrivavano le guardie correva ad azionarne un altro a due chilometri di distanza; così, mentre i rangers si precipitavano da quella parte, lei tornava al primo obiettivo e si serviva. Sapeva lasciarsi cadere in un recinto di arnie scivolando dal ramo di un albero, rubava le esche delle trappole quando erano ancora inattive, ma appena «armate» non le degnava di uno sguardo. Se passeggiava a bordo strada con i piccoli e loro decidevano di attraversare si metteva in mezzo alla carreggiata, sedendosi tra loro e i paraurti delle auto in arrivo, obbligandole a inchiodare.

Una volta, all’imbrunire, l’hanno vista accoccolarsi con i cuccioli su un roccione a guardare di sotto un ballo campestre, per ore. Pareva ascoltare i suoni, guardare le luci, come un vecchio contadino. Chissà a cosa pensava.

Il suo partner era Jose, un bestione di dodici anni e 140 chili che negli impressionanti filmati del rilascio spalanca con una zampata la gabbia, si ferma arrabbiato a guardare i rangers e balza a tutta velocità nel bosco. Gli orsi per un paio di chilometri possono correre ai 50-60 all’ora, meno male che lo fanno quasi sempre per scappare dall’uomo, il principale nemico: nei rarissimi incontri tutto quello che si vede è un enorme didietro in fuga fra tronchi e foglie.

Jose è l’orso più macho delle Alpi. Un giorno perse la testa per tre orse in calore chiuse in un recinto. Per tre notti cercò furiosamente



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